“Le stelle sono tante, milioni di milioni”.... è il pezzo di un jingle di uno spot pubblicitario cantato da adorabili bambini che tutti noi conosciamo e che, inevitabilmente, ci trasporta subito in un clima caldo e festivo.
Anice stellato profumo
Tra le stelle in cielo e quelle colorate che addobbano le vie delle città o le nostre case, ne esiste una che viene utilizzata anche in profumeria.
Si tratta dell’anice stellato, pianta che (sono in pochi a saperlo) appartiene alla famiglia del finocchio tanto che una parte del profilo olfattivo della materia , se pur complesso, lo ricorda.
I suoi meravigliosi frutti ci fanno pensare ad una stella marina e sviluppano una fragranza con sfaccettature aromatiche e medicinali.
Ad alcuni sembra il profumo di anice o della liquirizia, ad altri ancora riporta alla mente il prezzemolo.
Va detto che queste somiglianze non sono del tutto sbagliate, tra le costruzioni molecolari c’è qualcosa in comune, oltre ad avere parentele botaniche.
L’estrazione dell’anice stellato avviene per distillazione in corrente di vapore, ma per ottenere una materia più fresca e fedele alla pianta si procede con una estrazione in CO2. L’estrazione in CO2 consente di ottenere un materiale più luminoso, anzi, la definirei moderna.
Come succede per olii essenziali di questo tipo, bisogna fare attenzione all’anetolo, un componente tossico quando presente in dose elevate.
Per procedere alla lavorazione della nostra stella, prima viene essiccato e dopo tempo si passa alla estrazione con anidride carbonica.
La cosa davvero curiosa è che i semi contenuti nell’anice stellato non sono necessari per ottenere materia prima, mentre il baccello sarà fondamentale perchè la sua scorza essicata è ricca di molecole odorose.
Il matrimonio dell’anice stellato
Non è raro ritrovare questa materia mescolata con accordi ambra, utile per donare calore e dolcezza, perfetto tra effluvi speziati.
Si parla di estragolo, presente anche nel dragoncello, quando utilizziamo solo parti di una estrazione da anice stellato, praticamente si tratta di un frazionato, di un isolato naturale.
L’estragolo a me ricorda la menta, ha toni di basilico, ha il profumo di uno sciroppo balsamico.
E’ una materia prima che accompagna e gonfia, quando necessario, un ylang ylang e arricchisce profumi della famiglia olfattiva dei fougeres.
Profumi verdi: Pino ed abete
Non c’è stella senza abete, in profumeria che materia prima potremmo usare?
Facile, il principe del bosco, l’abete comune.
Si tratta di una materia prima potente, dall’aroma assolutamente riconoscibile, da utilizzare con estrema cautela perché abbastanza esibizionista e tende a coprire tutto quello che si trova davanti.
Infatti, dopo la maturazione di una lista ingredienti (se ben fatta dura circa tre/quattro settimane), si può scoprire che il risultato finale odora sostanzialmente di pino.
Anche il colore, che è verde intenso, va ben dosato perché tinge tutto, inoltre la consistenza della materia prima è pastosa, non è facile lavorarla. (Per alleviare il problema del colore si potrebbe utilizzare un componente trattato e “sbiancato”. Magari ne parleremo in occasione di approfondimenti più tecnici…)
Il pino rimane un elemento particolarmente utile in composizioni di profumi invernali e per ricreare luoghi incantati e paesaggi da libri di fiabe, che non smettono di meravigliare grandi e piccoli.
Nelle colonie è essenziale, ma è anche una materia straordinaria tra le sfaccettature cipriate, in pochi ci scommetterebbero, possiamo dire che sia una materia inaspettata e che rivela grandi sorprese.
Profumo di abete: gli accostamenti migliori
Quando annusi delle ricostruzioni di mughetto l’abete è immancabile e va a nozze con i fiori come gelsomino e garofano.
Profumo di Pino Silvestre: la pianta
Il Pino Silvestre è un altro albero per la nostra stella. Attenzione! Non si tratta del noto brand dal cavallo bianco, protagonista dei Caroselli anni 70’, ma di una assoluta di pino ricavata dall’albero la cui etimologia botanica riporta Pinus Sylvestris.
La materia prima è una cascata di dolci resine, è ricca, profonda, meravigliosamente calda. Personalmente è uno tra i componenti della profumeria che mi rapisce in modo particolare e quando lo metto sotto il naso apre le vie respiratorie: benessere assicurato.
L’assoluta di pino è la traduzione perfetta di una passeggiata tra boschi e valli dorate, viene estratta con solvente e anche in questo caso il colore è verde, per consentire un’agevole lavorazione in formula va modulata la sua consistenza.
Materia prima superlativa con i fiori freschi e con i mazzetti di erbe aromatiche, è di grande compagnia tra la lavanda, galbano e note erbacee.
Provate un accordo verde con e senza questa assoluta, rintocchi scintillanti e lampi di luce vi confermeranno quanto è magica.
E’ una materia prima preziosa nei brief dove viene richiesto di rappresentare la macchia mediterranea, quando l’aria è satura di aromi e il sottofondo musicale è quello del canto delle cicale.
Il profumo è pura poesia.