Oggi, 19 Febbraio, ricade una data molto importante di tutta la mia storia: la nascita di Enrico Donati.

In pochi, pochissimi, sanno che il brand Alyssa Ashley è legato in maniera salda e profonda ad uno dei più grandi artisti del Novecento, sfortunatamente poco considerato anche nel suo paese natio.

Ho parlato spesso del mio amore per l’arte, che dipende proprio da questo legame paterno ed in vista di quello che sarebbe stato il suo compleanno ho deciso di celebrare la sua arte e la sua fama raccontandoti un po’ della sua (e dunque anche della mia) storia.


Sono certa che nomi come Marcel Duchamp, Lucio Fontana o Yves Tanguy non ti siano nuovi e che anzi, se anche tu guardi con occhio più attento al mondo del o delle arti, ti sentirai in terre conosciute anche con Marx Ernst e André Breton. Ma Enrico Donati, ti dice nulla?

Questo artista scomparso solo 13 anni fa, non ha incontrato la fama che avrebbe meritato in Europa né tantomeno in Italia, suo paese natale, mentre in America ha raggiunto larga fama negli anni d’oro dell’arte Americana.

Che cosa rende però così importante il suo (variegato e multiforme) lavoro? 

In primo luogo la sua longevità. L’artista infatti ha avuto una vita longeva (è scomparso all’età di 99 anni) durante la quale non si è mai separato dall’arte e dal suo amore per essa. Durante i suoi oltre 60 anni di carriera artistica infatti, ha preso parte a diversi movimenti e seguito varie correnti, mantenendo sempre una sua precisa impronta distintiva.

Se dico Picasso infatti penserai al cubismo, all'impressionismo con Monet, al surrealismo con Dalì; questo perché queste figure non sono state solo i cardini del movimento ma anche perché nei rari casi in cui hanno spaziato verso altri stili, l’hanno fatto per aderirvi in maniera durevole.

Al contrario, Donati ha sposato il surrealismo astratto, lo spazialismo, l’informale, reinterpretandone le linee guida in un'ottica sempre personale, seguendo il suo spirito di indipendenza.


Chi era Enrico Donati 

Nasce a Milano da una famiglia benestante dove il padre gli trasmette il suo amore per la musica e la madre quello per la pittura, tanto che il salotto della famiglia Donati si trasforma in una galleria per l’esposizione delle repliche artistiche realizzate dalla signora Donati.

La sua genialità multiforme ed il suo approccio spontaneo e curioso alle forme artistiche si manifesteranno presto e lo accompagneranno per tutta la sua lunga carriera.

Una laurea in sociologia all’università di Pavia, la passione per la musica che lo porterà a Parigi, quella per le culture primitive che lo traghetterà negli Stati Uniti.

La sua carriera artistica venne incentivata dall’incontro con i “mostri” del movimento surrealista affluiti a New York durante la seconda guerra mondiale, i quali apprezzarono e caldeggiarono le sue forme espressive. Lo stesso André Breton, fondatore e teorizzatore del movimento, affermò:

“ Amo la pittura di Donati tanto quanto amo le sere di Maggio”

L’apprezzamento verso il collega e spirito-affine venne messo nero su bianco, in questi termini, nella prefazione per il catalogo che accompagnava la terza mostra di Donati a New York.

La sua pittura introspettiva del primo periodo lasciava trasparire, ad un occhio attento, il primitivismo americano, dai pellerossa agli inuit, dando vita a composizioni scultoree e pittoriche ambigue e travolgenti. 

Venne proclamato membro del movimento surrealista senza che egli scalpitasse per farlo, ed anche una volta membro seguì sempre la sua strada aderendo in modo naturale a quei principi estetici e non assimilandoli come dettami. Non ebbe quindi mai paura di allontanarsi dal tracciato del movimento, o di deludere pubblico e colleghi.

Al termine della guerra tutto sembrò cambiare, e fu così anche per lui. Scomparso dalle scene artistiche per due anni al suo ritorno, nel 1948, le sue tele restituirono una nuova realtà, un nuovo approccio alla forma ed al colore: era arrivata la chiarezza.

Colori nitidi e definiti, così come le forme che non si sciolgono più in fluidi ma occupano un posto preciso, nella tela e nel mondo.

Costruttivismo? Una specie, sempre declinato in chiave Donatiana, ovviamente.

Ma questa nuova sperimentazione ebbe breve vita: dal 1949 infatti cominciò a sperimentare delle tecniche di pittura in movimento, definita action painting e assurta a fama mondiale con l’artista Jackson Pollock. Faceva gocciolare catrame diluito in trementina giù per le tele che però non erano statiche (come quelle di Pollock) ma venivano manipolate per indirizzare doppiamente il percorso del liquido. La pittura d’azione si univa al suo retaggio surrealista ed infondeva nelle opera quell’alone macabro e riflessivo tipico del movimento.

Ecco dunque il primo incontro con la materia che si imporrà con insistenza anche in futuro. Prima il catrame, poi la lanuggine lavorata con colla e tempera per creare superfici materiche monocrome, definite “paesaggi lunari” (moonscape). Passerà poi, sempre restando aderente alla materia, alla serie dei Fossili (Fossil) incentrata su concetti storici e primitivi, di scoperta e mistero.


Enrico Donati e Alyssa Ashley

Immagino vi starete chiedendo: in che modo, questo artista così prolifico, si lega al mondo della profumeria? Si potrebbe definire incontro casuale, ma quasi certamente non lo fu.

Enrico Donati infatti sposò l’ultima discendente della famiglia Houbigant, uno dei nomi storici della profumeria artistica.

Ebbe così modo di avvicinarsi, conoscere ed innamorarsi di questo mondo, cogliendo a pieno il suo spessore artistico. Colse quindi l’occasione di rilevare l’azienda e cimentandosi anche in questo settore fondò, nel 1968, il brand Alyssa Ashley, dal nome della figlia Alyssa ed il suo soprannome che significa “biondina”.

Enrico Donati proseguì la sua carriera artistica su tutti i fronti, continuando a sposare ed amare espressioni artistiche differenti, avvicinandosi alla materia e tornando sui passi del surrealismo e del suo periodo di poco successivo.

Il brand Alyssa Ashley ha attraversato epoche e continenti fino ad arrivare ai giorni attuali, proprio come fece l’artista al quale ancora oggi dobbiamo l’intuizione che oggi ci regala profumi, esperienze e sensazioni magiche, come quelle della sua arte.


Mattia Fanetti