Tra le domande che spesso mi vengono poste c’è la seguente:
“È vero che un profumo naturale è di qualità mentre un profumo con aroma chemicals è scadente?”
Questo pensiero, comune a tanti, ancora oggi mi stupisce. Non solo, e non tanto, perché non è vero, ma soprattutto perché, debbo confessare, grazie alla chimica e all’intervento dell’uomo è possibile usufruire di una “palette” di aromi più ampia e complessa.


Lo sapevate che alcuni odori non sono riproducibili in natura e che da alcuni fiori, o piante, non si estrae nulla?
I motivi sono principalmente due:

  1. La resa è così scarsa che non conviene lavorare all’estrazione, un esempio può essere l’estrazione dalla violetta. La quantità di essenza ricavabile è quasi nulla. Ciò che dà il profumo alle violette sono gli iononi, una famiglia di componenti tra i primi ad essere sintetizzati nel 1893 dai chimici tedeschi Tiemann e Krüger. Le basi floreali alla violetta hanno fatto la fortuna dei produttori di materie prime.

  2. Il profilo olfattivo della materia estratta (per esempio l’olio essenziale, o l’assoluta) può essere completamente diverso dal profumo del fiore. Un esempio tra tanti è l’assoluta di tuberosa che non odora esattamente come il fiore, infatti, i nasi poco esperti, potrebbero non riconoscere che dietro a quel composto c’è un’estrazione dal tubero del fiore bianco.

Oggi i fiori profumano un po’ meno, anche a causa dell’inquinamento, ma chi come me ha frequentato le montagne (mia nonna aveva una casetta) ha potuto conoscere il profumo dei ciclamini.

Ricordo che sfioravo la terra con il viso per evitare di dare fastidio alla natura e introducevo la punta del naso nella piccola corolla fucsia. Quel fiore dalle forme delicate emanava un odore frizzante, vivace, erbaceo. Il profumo dei ciclamini è riproducibile oggi grazie ad un cocktails di molecole chiamate aldeidi.

Le aldeidi ed i profumi aldeidati


“Aldeidi” è un termine che ai meno informati potrebbe risultare privo di significato ma si tratta dell’ingrediente che ha decretato il successo e ha fatto la storia vera, ma anche la leggenda, del N°5 di Chanel: il profumo più venduto al mondo. Pensate che, nel 2021, compirà 100 anni!

Le aldeidi sono composti organici caleidoscopici, a volte sembrano nuvole talcate, sono alifatiche la C11 e la C12, tra le più famose.

Si usano anche nelle lacche per i capelli e nei detersivi perché “sanno di pulito”, e a contatto con note floreali le fanno risplendere, diventano note grasse e quasi “saponose”. Infatti secondo alcune fonti la vecchia formula di Chanel N°5, pur essendo l’archetipo dei profumi aldeidici, ne conteneva fino al 20% ed è spesso considerato come l’interpretazione più sensuale di un bouquet floreale.


Le prime aldeidi erano e sono tutt'ora fastidiose, si fermano in gola e se non vengono abbondantemente diluite bruciano il naso.
Nel corso degli anni, sempre sotto forma di aldeidi, troviamo invece materie prime piacevolissime, dolci, e che odorano di frutta, ma fate attenzione alla C14 (nota pesca), C16 (nota fragola) e anche alla C18 (nota cocco), chiamate impropriamente aldeidi, sono invece lattoni.

Guy Robert, nel suo libro “Les Sense du Parfum”, scrive che le aldeidi sono fruttate se il numero degli atomi di carbonio è pari, mentre, in quelle a numero di atomi di carbonio dispari, prevalgono le sfaccettature floreali.


Ma…esistono aldeidi in natura? Certamente!
Ad esempio nella buccia e nell’essenza degli agrumi, ma anche nelle essenze di rosa, di liquirizia, nell’olio di cannella ( aldeide cinnamica) ma, considerata la bassa concentrazione, raramente vengono ricavate dalle materie prime naturali che le contengono.
Data la sua composizione anche la vanillina è un’aldeide, in questo caso si tratta di un’aldeide aromatica.


Dovete sapere che la formulazione olfattiva più antica ispirata al Musk di Alyssa Ashley è quella della casa Houbigant del 1923.
La casa fragranziera francese ha creato un profumo con l’utilizzo di più di 100 materie prime, tra oli essenziali e assolute, per assicurare tutta la sensualità del composto iniziale, ma allo stesso tempo c’è stata una modulazione delle sfaccettature troppo animali.

Le introduzioni di Aldeidi nella formula hanno conferito spinta al profumo, quell'aspetto spumeggiante e allo stesso tempo quella sensazione di pulito che hanno dato alla composizione un carattere assolutamente moderno.

Se vi può essere di aiuto vi elenco, di seguito, altro ad aver Musk di Alyssa Ashley, alcuni dei profumi dove la presenza di aldeidi alifatiche è netta:
- Baghari di Francis Fabron per Robert Piguet (riformulazione di Aurélien Guichard)
- Miriam di Andy Tauer per Tableu de Parfums
- Gold donna/donna di Guy Robert per Amouage

Il 2021 quindi sarà l’anno perfetto per provare, riscoprire, innamorarti dei profumi aldeidati celebrando insieme al mito anche la storia della profumeria.

Mattia Fanetti