Scriveva Feminis: "Non e magia, si prende lo spirito di vino, ma poi servono i fiori, le piante aromatiche, quelle che crescono sulle nostre colline in Italia. E bisogna sapere quali fiori e in quali proporzioni. Poi metterli a macerare in un tino coperto per tutto il percorso della luna, toglierli e rimetterli e aggiungere il bergamotto e il rosmarino, ma soltanto quando la luna diventa calante. Ecco, "questo e il segreto".

Acqua di colonia originale: la storia

L’Eau de Cologne a dispetto del nome, nasconde una storia tutta italiana fatta di intuizione, intraprendenza, ma soprattutto di naso.

Occorre fare un tuffo di tre secoli nel passato per conoscere le sue origini: alla fine del 1600 un venditore ambulante, Gian Paolo Feminis, diede vita ad un liquido odoroso che a suo dire guariva ogni male chiamata l'aqua mirabilis.

Trasferitosi da Santa Maria Maggiore in provincia di Novara a Colonia in Germania, Feminis decise di assumere un aiutante, un parente, forse il nipote, di nome Giovanni Maria Farina esperto distillatore di alcool etilico (all’epoca molto richiesto per la produzione di aromi e liquori).

Fu proprio lui a perfezionare la formula dell’Aqua Mirabilis, eliminando i cattivi odori dovuti all’impiego di acquavite e nel 1709 la battezzò acqua di Colonia, proprio come la città.

Ecco come Giovanni Maria Farina descrisse la sua creazione olfattiva, in una lettera del 1708 indirizzata al fratello:

“Il mio profumo è come un mattino italiano di primavera dopo la pioggia. Ricorda le arance, i limoni, i pompelmi, i bergamotti, i cedri, i fiori e le erbe aromatiche della mia terra. Mi rinfresca e stimola sensi e fantasia” .

In quegli anni, inevitabilmente, cominciò la gestione degli affari legati al prodotto molto apprezzato e stabilì la sede dell’azienda nella città tedesca.

L’azienda Farina nel corso degli anni si allargò ma purtroppo del monumentale edificio oggi non rimane nulla perchè pesantemente bombardata durante la seconda guerra mondiale.

Le caratteristiche dell’acqua di Colonia

Una base di bergamotto, e poi limone, fiori d'arancio, rosmarino, lavanda e qualche piccolo segreto “di luna”: così, con una trentina di essenze, nasce la storia di un grande mito profumato, celebre e amato in tutto il mondo.

La bassa gradazione alcolica non permetteva una forte concentrazione di profumo ma nel XVIII secolo, con l’invenzione dell’alcool ad alta concentrazione, l’acqua di Colonia diventa la prima fragranza che anticipa la composizione dei profumi moderni.

Involontariamente si diede vita ad una nuova famiglia olfattiva e vittima del suo successo, nel corso dei secoli, sono state realizzate oltre 2000 versioni dell’acqua di Colonia.

Mentre il profumo era visto già come simbolo di sensualità, l’acqua di colonia acquistò popolarità grazie alla sua carezzevole profumazione, e per questo veniva sfoggiata durante gli eventi più mondani nei periodi più caldi dell’anno.

Probabilmente in origine, visto il suo utilizzo, è stata pensata per un pubblico più maschile, veniva usata come tonico o lozione dopobarba, frizionata durante la toilette, ma si diffuse rapidamente e venne apprezzata ben presto anche dalle donne.

Che ne dite, possiamo definirlo il primo genere di Fragranza No Gender?

Fu scelta nel corso degli anni come profumazione prediletta da personaggi illustri come Goethe, Voltaire, la regina Vittoria e Napoleone Bonaparte: si dice che il generale ne utilizzasse almeno una bottiglia al giorno, sia per profumarsi sia come medicina, ingerita imbevendone le zollette di zucchero.

Sempre a metà strada tra prodotto di lusso e per l’igiene, la separazione tra panacea per ogni male e profumo per persona avviene nel 1810 con un decreto imperiale proprio di Napoleone che obbligava i profumieri a rivelare il contenuto delle formule.

L’eau de Cologne diventa uno stile di vita, simbolo di estrema eleganza, equilibrio e di gran classe, merito di costruzioni olfattive sempre più raffinate e brillanti.

L’acqua di Colonia oggi

Nel corso dei secoli sino ad arrivare a pochi anni addietro, le Acque di Colonia hanno perso tutto ciò che le rendeva estremamente speciali e la caratterizzavano come tale: la sua freschezza che consentivano un utilizzo abbondante anche su tutto il corpo, e per questo motivo spesso associata a sport e sportivi.

Attualmente il termine eau de cologne si intendono tutte quelle fragranze caratterizzate da una bassa percentuale di profumo che si aggira sul 5%. Proprio questa percentuale sottolinea la differenza tra eau de toilette e eau de parfum e ancora queste con l’eau de cologne. 

Leggere sull’etichetta la denominazione “acqua di colonia” aveva poco appeal nei confronti di un certo tipo di clientela. L’aumento in modo esponenziale delle percentuali di oli essenziali , per favorirne probabilmente una maggior persistenza e consistenza, le rendeva non dissimili a dalle eau de toilette.

In questi ultimi anni, con il minimalismo imperante, la voglia di riappropriarsi dei propri spazi e la regola preminente del” less is more” c’è un vero e proprio cambiamento di rotta anche nel modo di intendere e quindi di costruire le Acque di Colonia.

Si ritorna alla eleganza di un tempo e quindi ad una minore percentuale di oli essenziali compresa tra il 2 e 6% che caratterizzava le colonie di un tempo per conferire maggiore leggerezza e respiro alla costruzione olfattiva…. non posso che dire “menomale”.

Consuelo Perris